Come è noto al Giovedì Santo la tradizione pasquale e la liturgia della Settimana Santa prevede che i fedeli vadano a visitare i sepolcri nelle chiese, che, secondo un’antica tradizione, devono essere almeno tre e sempre in numero dispari.
Questo rito viene comunemente indicato come il “giro dei sepolcri”, ma a Napoli (e a quanto pare in buona parte del Campania) si usa anche il termine struscio.
Una delle spiegazioni più plausibili che ho trovato circa l’origine del termine risale addirittura ad un bando del Settecento, quando a Napoli durante la settimana santa fu imposto (così come era già tradizione in Spagna) il divieto di circolare con cavalli e carri, divieto confinato successivamente poi alla sola via Toledo. I fedeli, che in gran numero osservavano il rito dei sepolcri, erano quindi costretti a circolare a piedi lungo la principale arteria cittadina. Visto il gran numero di persone, il passeggio era lento e si procedeva quindi strusciando (strisciando) i piedi lentamente sul selciato ed anche le stoffe ancora rigide dei vestiti nuovi indossati per l’occasione, strusciavano tra di loro producendo un suono sommesso.
Pingback: La cucina e le ricette di pasqua « I Diari di Portanapoli