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La (ri)scoperta turistica della grotta azzurra

Più volte il destino di Capri ha incrociato quello di personaggi tedeschi.

Già abbiamo parlato qualche tempo fa del magnate Krupp e la cultura tedesca a Capri.

Anche la Grotta Azzurra deve in qualche modo la celebrità, almeno quella iniziale, a dei turisti tedeschi: la grotta era già nota da tempo agli abitanti dell’isola, ma nel 1826 il pescatore Angelo Ferraro vi accompagnò per primo due tedeschi che dimoravano sull’isola, lo scrittore August Kopisch ed il pittore Maler Ernst Fries.

Il pescatore Ferraro stimolato dalla voglia tutta romantica dei due tedeschi di conoscere bellezze naturalistiche inesplorate aveva colto le “possibilita turistiche” della grotta e, infatti, al ritorno in Germania Kopisch pubblicò uno scritto (August Kopisch: Beschreibung der Insel Capri – Wiederentdeckung der Blauen Grotte 1826, vedi link sotto) dove descrisse in dettaglio le meraviglie della grotta, rendendola così famosa.

Dallo scritto di Kopisch:

Das angenehme Gefühl von einem Phänomen so außerordentlicher Schönheit überrascht worden zu sein, wo ich nur alte Trümmer vermutet, ward dadurch bis zum Überreiz erhöht, daß das zauberisch flammende Blau des Wassers in der Grotte für mich damals ein unerklärbares Rätsel geblieben war.
(La piacevole sensazione di essere sorpreso da un fenomeno di tale straordinaria bellezza, laddove mi aspettavo soltanto vecchie macerie, risultò essere così intensa, che quel magico fiammante azzurro dell’acqua della grotta rimase per me in quel momento un mistero inspiegabile.)

Per approfondire il tema:

Via Toledo

Via Toledo è una delle strade più famose di Napoli, eppure il suo nome ha conosciuto una storia travagliata negli ultimi 150 anni.

Nata nel 1536 per volere del vicerè Pedro Toledo, ne conservò il nome fino al 1870 quando poi si decise di rinominarla in “Via Roma, già Toledo” per festeggiare la presa di Roma, futura capitale del Regno d’Italia.
I Napoletani, già diffidenti verso la nuova casata regnante non accolsero al meglio il cambio di nome e per tale motivo le nuove targhe furono vegliate a lungo dalle Guardie Municipali, in previsione di passionali attacchi a base di scalpello e martello.

Ma si possono cambiare la targhe, non le abitudini: negli anni Settanta del secolo scorso ricordo ancora che in molti per indicare questa strada dicevano “ngoppa a Tuledo” (sulla via Toledo), benchè fosse passato un secolo dal cambio di nome.

Finalmente negli anni Novanta l’arteria ha riacquistato il suo vecchio nome, con buona pace dei tanti Napoletani che avevano cominciato a chiamarla via Roma: oggi, girando per Napoli, potete chiamarla col nome ufficiale di Via Toledo o quello conservato temporaneamente per un secolo e mezzo di Via Roma, le attuali generazioni vi capiranno in entrambi i casi. In futuro, chi sa…?

Per approfondire:

Piazze di Napoli

Piazza del Plebiscito

Piazza del Plebiscito

Seguire quel tragitto ideale che attraversa le  Piazze di Napoli è un pò come ripercorrere la storia di Napoli, dalla millenaria testimonianza di Piazzetta Nilo, o’ cuorpe ‘e Napule, alle recenti risistemazioni per il Metrò dell’Arte di Piazza Vanvitelli.

Luoghi che hanno attraversato i secoli, cambiando il loro aspetto, adattandosi alle esigenze della città che cresceva, ma conservando nei toponimi e negli edifici monumentali le testimonianze del passato: le mura greco-romane della Napoli sotterranea a  Piazza Bellini, il cuore della città a Piazza San Domenico Maggiore lungo il tracciato di Spaccanapoli, le feste e le kermesse internazionali a Piazza del Plebiscito.

Il Maggio dei Monumenti ha insegnato ai napoletani ed ai turisti a riscoprire molti dei tesori, spesso nascosti, presenti in queste piazze e nelle chiese e nei palazzi che vi si affacciano, utilizzando gli spazi per manifestazioni, mostre e percorsi storici.

Per sapere di più sulla storia e le testimonianze in ogni singolo luogo:

Concorso Ippico in Piazza del Plebiscito a Napoli.

E’ stato incredibile vedere Piazza del Plebiscito a Napoli, trasformata in arena, in occasione del IV Concorso Ippico Internazionale dove si sono sfidati a giugno dello scorso anno, i migliori cavalieri di 16 nazioni!

Ecco alcune foto  scattate il 13 giugno 2008

Piazza del Plebiscito, particolare.

Piazza del Plebiscito, particolare.

Piazza del Plebiscito, particolare.

Piazza del Plebiscito, particolare.

Piazza del Plebiscito, particolare.

Piazza del Plebiscito, particolare.

Piazza del Plebiscito, particolare.

Piazza del Plebiscito, particolare.

Piazza del Plebiscito, particolare.

Piazza del Plebiscito, particolare.

Per maggiori informazioni:

Processioni del Venerdì Santo a Sorrento

Le Processioni del Venerdì Santo in Penisola Sorrentina sono un appuntamento di grande intensità e suggestione nel panorama dei riti pasquali in Campania.
Insieme alle celebrazioni della Settimana Santa di Procida, le processioni che si svolgono in penisola presentano tanto al visitatore esterno, quanto al fedele un insieme di elementi eterogenei, che fondono intensa devozione religiosa, tradizione secolare e folklore locale in riti di origine antica.

Sono almeno una ventina le processioni che si svolgono in penisola sorrentina, tra la notte del giovedì e del venerdì , ognuna organizzata da una diversa confraternita. Queste si svolgono nei diversi comuni sorrentini, attraversando molte delle più note strade della penisola: chi si trova in quei posti durante la settimana santa non potrà non notare i cortei che si svolgono a Massa Lubrense o a Piano di Sorrento, Sant’Agnello o Meta di Sorrento.

Le più note sono comunque le due che si svolgono a Sorrento, ossia la processione dell’Addolorata organizzata dalla Venerabile Arciconfraternita di Santa Monica e la processione del Cristo Morto organizzata dalla Venerabile Arciconfraternita della Morte.

La processione dell’Addolorata, detta anche della “Visita ai Sepolcri“, si svolge a Sorrento nel cuore della notte tra il il Giovedì ed il Venerdi Santo (il rientro in chiesa avviene sempre tra le cinque e le sei del mattino).
I confratelli sono vestiti con un saio bianco (“processione bianca“) col capo ed il viso coperti da un cappuccio. Nella processione vengono portati la statua della Madonna Addolorata ed i simboli del martirio di Gesù.

La processione del Cristo Morto si svolge a Sorrento la sera del Venerdì Santo ed è una delle processioni più antiche d’Italia.
La processione rievoca il trasporto del Cristo Morto, rappresentato da una splendida statua lignea portata in corteo.
I partecipanti indossano un saio nero (“processione nera“) ed hanno sempre il volto nascosto da un cappuccio.

    Panorama dal Castello di Baia

    Tempo decisamente grigio che non valorizza il panorama, a picco sul mare,  che si estende dal Castello di Baia, visitato questa mattina.

    Panorama dal Castello di Baia

    Panorama dal Castello di Baia

    In lontananza e perso nella foschia il golfo di Pozzuoli con il Rione Terra e Nisida sulla destra.

    Panorama dal Castello di Baia

    Panorama dal Castello di Baia

    Ma la storia ha soprattutto un passato ed i colori della memoria che non cancellano chi siamo stati: ecco alcuni ruderi.

    Ruderi, Castello di Baia.

    Ruderi, Castello di Baia.

    La Settimana Santa di Procida

    Procida

    Procida

    In Campania la Settimana Santa è celebrata ovunque con suggestive processioni e riti di antica tradizione. Si pensi ad esempio alle Processioni del Venerdì Santo che si svolgono nella penisola sorrentina.
    Meno conosciuti, ma altrettanto suggestivi sono i riti della Settimana Santa di Procida, senza dubbio tra quelli più coinvolgenti e sentiti dalla popolazione, infatti vi partecipa almeno un terzo degli abitanti dell’isola.

    La settimana comincia con la Domenica delle Palme, con i fedeli che si recano in chiesa con un rametto di ulivo che sarà poi benedetto dal parroco. Dopo la messa, il sacerdote conduce una processione e nel pomeriggio ci si reca al cimitero per portare ai defunti i rametti benedetti.

    Il giovedì c’è la processione degli Apostoli incappucciati. I confratelli del Santissimo Sacramento, dopo il rito della Lavanda dei Piedi, si incappucciano e con una croce sulle spalle ed una corona di spine sulla testa, vanno in processione scortati da un centurione romano.

    Il venerdì si svolge quella che è una delle più antiche tradizioni di Procida, la Processione del Venerdì Santo che risale addirittura al Seicento, con il corteo dei carri allegorici dei Misteri, che precedono le statue del Cristo Morto e dell’Addolorata, il baldacchino funebre e la banda musicale. Molto suggestivi sono proprio i Misteri, che  sono rappresentazioni plastiche di scene dal Vecchio Testamento e dal Vangelo, realizzati artigianalmente ogni anno dai procidani.

    Per approfondire:

    Partenopei, ovvero Napoletani

    Castel dellOvo

    Castel dell'Ovo, Napoli

    Spesso i cittadini di Napoli vengono chiamati anche Partenopei.

    Il motivo è da ricondurre all’antico mito di Partenope, una delle sirene che tentarono di ammaliare Ulisse col proprio canto: sconfitta dall’ingegnoso trucco dell’eroe omerico, la sirena si lasciò vagare in mare, sino ad approdare esausta sull’isolotto di Megaride (dove ora sorge il Castel dell’Ovo). Lì i primi greci, che giunsero nel golfo tra il IX e VII sec. a. C. , fondarono un insediamento abitato in onore della sirena Partenope, che ne assunse così il nome.
    Con gli anni il villaggio Partenope si sviluppò espandendosi verso la collina di Pizzofalcone, proprio difronte all’isolotto di Megaride. Si pensò così di fondare un nuovo insediamento, più verso l’entroterra, dove la città si sarebbe potuta espandere al meglio. Fu così che nell’area dell’attuale centro storico fu fondata Neapolis (= città nuova, dal greco) , mentre il vecchio villaggio fu chiamato Palepolis (= città vecchia).

    Approfondimenti: